Dal mio ultimo viaggio in Turchia sono tornata con delle idee nuove per chi , come la maggior parte della mia famiglia, vuole mangiare più leggero senza rinunciare ai sapori. Nei miei precedenti viaggi nel paese della mezza-luna, andando per ristoranti, avevo trovato spesso dei piatti realizzati con la pasta a filo ma non riuscivo a capire la tecnica di cottura. Questa volta ero ospite da degli amici e così ho potuto vedere da vicino alcuni segreti della loro tradizione. Una volta a casa ho rielaborato in chiave personale con un risultato che è stato considerato passabile dai miei censori famigliari.
LA PASTA A FILO è molto semplice nei suoi elementi: acqua farina e sale. Se la pasta è fatta nelle dosi giuste deve apparire una palla abbastanza dura che riposerà in luogo fresco e fuori dall'aria per circa un'ora. Io impasto 300 gr. di farina, 140 gr. di acqua e un pizzico di sale. Al momento di tirarla si può fare con il mattarello, spolverizzando spesso con della semola di grano duro. Ho provato anche con la macchina per la pasta e il risultato è apprezzabile se si fa passare da tre spessori , finendo con quello più sottile in dotazione. Importante è che a ogni passaggio la sfoglia sia pressata sulla semola di grano duro.Ciò permette di lavorarla senza che si attacchi.
Una volta fatte le sfoglie o le strisce si può conservare in frigo per qualche giorno ma deve essere ben spolverizzata di semola e protetta dall'aria con una pellicola trasparente. In Turchia la conservano in delle buste di plastica per alimenti.
Con questa pasta ho fatto delle torte salate a base di verdure,o degli involtini sempre con delle farce di formaggi e vegetali, ma si possono anche cuocere tagliate a quadretti su una piastra ben calda e accompagnarle a salumi e formaggi.
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