mercoledì 20 febbraio 2013

PATE' DI FEGATO



Il prossimo fine settimana  avremo a casa una piccola festa perché un caro zio di mio marito festeggia i suoi primi ottanta anni. Io chiaramente sono la cuoca della festa, così oggi ho iniziato con le basi per le mie preparazioni. Ho fatto la " pasta sfoglia" che userò per la  torta, "la marmellata di limoni" che userò per la crostata, e il "patè di fegato" Che i miei figli amano particolarmente.


IL PATE' DI FEGATO

Questa ricetta trae  la sua origine dal " De re coquinaria" uno dei più antichi trattati di cucina pervenuti integralmente a noi. L'autore  fu Apicio un patrizio romano ricchissimo che adorava mangiar bene e che dilapidò la sua fortuna per soddisfare i capricci della  gola.
"Cuoci del fegato, tritalo e aggiungi pepe o 'liquamen'(una sorta di salamoia presente in tutte le cucine dell''antica Roma) o sale e aggiungi olio - fegato di lepre, di capretto, di agnello o di pollo -e se vuoi, dagli forma di pesce, versaci sopra olio verde".
Quella che ho trascritto sopra è la traduzione dell'originale, io lo faccio così:
Prendo circa 300 gr. di fegato di agnello o di pollo che sono quelli che di solito ho a disposizione, li pulisco e li metto in una casseruola con un trito abbondante di cipolla, due foglie di alloro e due acciughe lavate e spinate quando cominciano ad arrostire sfumo con del vin santo,ma si può fare anche con del marsala. Se le acciughe non avranno insaporito a sufficienza  aggiungo un po' di sale. Poi frullo con tutto il liquido e   un po' di burro morbido, ottengo   un composto liscio ma abbastanza sostenuto che metto in uno stampo foderato. Faccio raffreddare e sformo prima di servire.

                         


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